
Mammografia con tomosintesi: quali sono le differenze rispetto alla mammografia tradizionale?
La mammografia è uno degli esami fondamentali per la diagnosi precoce del tumore al seno. Negli ultimi anni, l’introduzione della mammografia con tomosintesi, conosciuta anche come mammografia 3D, ha rappresentato un importante passo avanti nella precisione diagnostica. Ma quali sono le differenze tra la mammografia tradizionale e quella in 3D? E soprattutto, quando farla e ogni quanto è consigliata?
Come si fa la mammografia?
La mammografia è un esame radiologico che utilizza raggi X a bassa dose per analizzare il tessuto mammario e individuare eventuali alterazioni, come noduli o micro-calcificazioni. Durante l’esame, la mammella viene posizionata tra due piastre e compressa per pochi secondi per ottenere immagini dettagliate.
Nella mammografia tradizionale, le immagini vengono acquisite in due proiezioni – dall’alto e lateralmente – offrendo una visione bidimensionale del seno. Questo metodo, sebbene efficace, può presentare alcune limitazioni, in particolare nei seni densi, dove la sovrapposizione dei tessuti può rendere più difficile individuare eventuali anomalie.
La mammografia con tomosintesi, invece, acquisisce immagini del seno da diverse angolazioni, generando una ricostruzione tridimensionale dettagliata. Questo approccio riduce l’effetto di sovrapposizione dei tessuti e migliora la visibilità di eventuali lesioni, aumentando la precisione diagnostica e riducendo il rischio di falsi positivi.
Differenze tra mammografia tradizionale e mammografia con tomosintesi
La principale differenza tra la mammografia tradizionale e la mammografia con tomosintesi risiede nella qualità e nel livello di dettaglio delle immagini ottenute.
La mammografia 3D offre una visione più chiara e dettagliata del tessuto mammario, grazie alla possibilità di analizzare la mammella strato per strato. Questo aiuta a individuare lesioni piccole o nascoste, migliorando l’accuratezza della diagnosi, soprattutto nelle donne con seno denso.
Un altro aspetto fondamentale è la riduzione del numero di biopsie inutili. Con la tomosintesi, la maggiore precisione nell’identificare le anomalie consente di distinguere con più certezza tra lesioni benigne e sospette, evitando procedure invasive non necessarie.
Per quanto riguarda la dose di radiazioni, la mammografia con tomosintesi utilizza una quantità leggermente superiore rispetto alla mammografia tradizionale, ma sempre nei limiti di sicurezza stabiliti dalle linee guida mediche. Tuttavia, grazie alla maggiore accuratezza diagnostica, questa tecnologia può ridurre la necessità di esami ripetuti, minimizzando l’esposizione complessiva ai raggi X.
Mammografia: quando farla e ogni quanto sottoporsi all’esame
La mammografia è consigliata come strumento di screening per la diagnosi precoce del tumore al seno. In genere, le linee guida raccomandano di eseguire una mammografia ogni anno o ogni due anni a partire dai 40-50 anni, a seconda del livello di rischio individuale.
Le donne con familiarità per il tumore al seno o con altri fattori di rischio possono essere invitate a iniziare lo screening in età più giovane e con maggiore frequenza, secondo il parere dello specialista.
Se compaiono sintomi come noduli palpabili, secrezioni anomale dal capezzolo o cambiamenti nella forma del seno, è fondamentale sottoporsi subito a un controllo medico e, se necessario, a una mammografia per una valutazione più approfondita.
Mammografia tradizionale o tomosintesi: quale scegliere?
La mammografia con tomosintesi rappresenta un’evoluzione tecnologica che migliora la precisione diagnostica rispetto alla metodica tradizionale. Tuttavia, la scelta tra una mammografia 2D o 3D dipende da diversi fattori, tra cui la densità del seno, la storia clinica della paziente e le indicazioni dello specialista.
Le strutture sanitarie moderne offrono sempre più spesso la mammografia con tomosintesi come prima opzione, proprio per la sua capacità di individuare precocemente eventuali anomalie con maggiore accuratezza. Per questo, è sempre utile informarsi sulle tecnologie disponibili e consultare il proprio medico per scegliere la soluzione più adatta alle proprie esigenze.
Prevenzione e diagnosi precoce: il ruolo della mammografia
La mammografia è un esame essenziale per la prevenzione e la diagnosi del tumore al seno. Grazie ai progressi tecnologici, la mammografia 3D con tomosintesi permette di ottenere immagini più dettagliate e di migliorare l’accuratezza diagnostica, riducendo il numero di richiami e procedure invasive non necessarie.
Sottoporsi regolarmente a questo esame e seguire le raccomandazioni del proprio medico è il modo migliore per prendersi cura della salute del seno. La prevenzione è fondamentale: una diagnosi precoce può fare la differenza.